Per una mobilitazione, nazionale, europea e mondiale contro tutte le guerre e per la pace.

Ci troviamo di fronte a una drammatica e pericolosissima escalation della guerra in Ucraina che si sta trasformando rapidamente in guerra globale.

L’intensificazione degli scontri produce quotidianamente – da circa 3 anni – tra i 1.000 e 2.000 morti lungo il fronte russo-ucraino.

Centinaia di persone al giorno vengono uccise in Palestina dall’ottobre dello scorso anno.

In questo scenario, l’utilizzo massiccio dei missili a medio raggio americani, inglesi, francesi e russi eleva ulteriormente, per stessa ammissione degli attori sul campo, il rischio di guerra non solo convenzionale, ma nucleare.

Questo rischio non è limitato al territorio ucraino o russo, ma coinvolge i territori di altri paesi europei.

In Germania e Svezia i governi stanno predisponendo la logistica e fornendo alla popolazione indicazioni da seguire in caso di attacco.

La sottovalutazione, della reale dimensione dei rischi di guerra in Europa continentale da parte del governo italiano e di una parte rilevante delle forze politiche è pericolosa e inaccettabile.

Grande parte del popolo italiano è sempre stato contro ogni guerra e oggi è a favore di un’azione diplomatica per la risoluzione dei conflitti aperti, nel rispetto delle garanzie di sicurezza di ogni paese e di ogni popolo.

Vanno incoraggiati e sostenuti tutti i tentativi degli organismi internazionali per favorire fattive iniziative per la pace.

Vanno sostenuti i ripetuti sforzi di Papa Francesco e degli altri leader morali del mondo per porre fine immediata alle guerre e dare un alt alla distruzione in atto dei popoli coinvolti.

L’art. 11 della Costituzione deve restare la stella polare nell’azione del governo.

Ciò vale per le alleanze a cui l’Italia partecipa e nel contesto dell’Unione Europea che non ha e non ha mai avuto alcun mandato a partecipare direttamente o indirettamente alle guerre in corso, né ad altre guerre.

E’ necessaria una mobilitazione generale contro la guerra e per la pace come risposta all’escalation dei governi che vogliono coinvolgere direttamente i loro popoli nella guerra fra Russia e Ucraina per una illusoria vittoria finale. Contro l’economia di guerra e le misure autoritarie e di militarizzazione sociale che si preannunciano va invece recuperata l’urgenza di cooperazione tra tutti i popoli e le nazioni.

Le forze politiche devono ritornare sui loro passi agendo per un’economia di pace che risponda ai bisogni sociali e ambientali, alla distribuzione equilibrata di redditi e ricchezze, contro la povertà, per la sanità e la scuola pubblica.

Dallo sciopero generale di CGIL e UIL del 29 novembre e dalle altre manifestazioni e mobilitazioni degli altri sindacati per i diritti dei lavoratori nei prossimi giorni, arrivi all’Italia tutta il segnale forte del mondo del lavoro per la presa di coscienza che solo una forte mobilitazione può far tornare la pace, l’amicizia e la collaborazione fra i popoli.

FIEI nazionale

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